come si fa a scegliere

qual è la terapia
giusta?

La ricerca ci dice che per determinate patologie alcune tecniche funzionano piu’ di altre.

Numerosi studi (Hofmann et al., 2012) hanno dimostrato l’efficacia della terapia cognitiva nel trattare la depressione, la gestione della rabbia o l’ansia cronica. Tuttavia, vanno tenuti in considerazione anche altri aspetti fondamentali come la qualità dell’alleanza terapeutica e la motivazione del cliente. Inoltre, se un metodo è efficace per la maggior parte delle persone, non vuol dire che lo sia per tutte e, se tra terapeuta e cliente non si instaura un rapporto che permetta una comunicazione aperta e basata sulla fiducia, non ci sarà teoria e ricerca scientifica che potrà assicurare il buon esito del lavoro terapeutico.

Ciò vuol dire che le dinamiche che determinano la riuscita di un percorso di terapia sono molteplici.

In un primo momento, il percorso di terapia si focalizzerà nel ricostruire e analizzare la storia personale della persona al fine di individuare le scelte di successo e le occasioni mancate. Successivamente si andranno a definire i bisogni della persona assieme ai progetti di vita che desidera realizzare. Infine, il terapeuta aiuterà a formulare strategie di azione rivolte alla realizzazione di quei progetti definendo degli obiettivi reali e monitorabili.

Per rispondere, quindi, alla domanda iniziale, dal mio punto di vista, in base alla natura dei problemi ed agli obiettivi che si vogliono raggiungere, è necessario combinare, di volta in volta, quelle teorie o metodologie che in quel momento risultano essere le più idonee.
E’ per questo che ritengo sia da preferire un approccio integrato.

Teorie e
approcci

Negli anni ho avuto modo di entrare in contatto con diversi metodi nell’ambito della psicologia tra cui:

La psicologia clinica
La psicologia cognitivo comportamentale
La schema therapy
La psicoanalisi
La psicoterapia psicodinamica
La psicoterapia esistenziale
La psicoterapia umanistica – esitenziale
La psicoterapia transpersonale
L’ analisi transazionale
La terapia della Gestalt
La programmazione neurolinguistica
La psicosintesi terapeutica
La psicoterapia eclettica

In particolare il mio approccio combina elementi di:

Approccio
psicodinamico

Secondo la psicoterapia psicodinamica, il modo in cui la mente si rappresenta la realtà ed influenza il comportamento della persona è frutto di esperienze pregresse. Questi schemi mentali, spesso sono inconsci e causa delle problematiche sperimentate dalla persona nel presente.
Facendo tesoro della teoria psicoanalitica, questo tipo di terapia si basa sulla premessa che una solida alleanza terapeutica permette alla persona di fare spazio e attenzione a emozioni e ricordi che hanno influenzato il formarsi di questi schemi mentali.

Portandoli alla coscienza e osservando come il nostro comportamento e modo di pensare siano ad essi collegati, è possibile interpretare la realtà, e le problematiche che ne derivano, da una prospettiva diversa. Tale percorso richiede, in genere, più tempo di altri tipi di terapia, ma la ricerca ha dimostrato come i benefici a lungo termine siano più duraturi ed efficaci anche dopo molto tempo la fine della terapia stessa.

Approccio umanistico
ed esistenziale

Questo tipo di approccio è forse quello tra i più filosofici. Esso parte dal presupposto che problematiche quali la solitudine, l’ansia o la depressione debbano essere considerate come aspetti più che normali nei vari contesti culturale, sociale, politico ed esistenziale in cui l’uomo vive. Poiche’ l’esistenza è di per sè problematica, è necessario dare alla vita senso e significato. Piuttosto che concentrarsi sul modo in cui l’individuo costruisce il concetto di sè o teorizzare l’esistenza dell’inconscio, questo tipo di terapia tende a fornire alla persona quegli strumenti che le permettono di guardare alle normali problematiche di vita da una prospettiva diversa.

Sofferenze e difficoltà diventano, quindi, un’ opportunità per scoprire potenzialità che prima non si pensava di avere, trovare il coraggio di affrontare paure che non si volevano guardare al fine di costruire progettualità di vita diverse e migliori.

La schema
therapy

La schema therapy è una forma di psicoterapia che attinge alla teoria cognitivo-comportamentale, alla psicodinamica, alla psicologia della Gestalt, alla teoria dell’attaccamento e alla terapia interpersonale.
Secondo questa teoria, l’alleanza che si crea con il terapeuta rappresenta l’antidoto alll’origine delle problematiche della persona. Essa va ricercata nei bisogni emotivi non corrisposti durante l’infanzia, ovvero nei casi in cui la risposta a questi bisogni sia stata inefficace, assente o addirittura traumatica. Durante tali esperienze, il bambino cerca di trovare spiegazione e significato a ciò che gli accade e si costruisce, quindi, degli schemi mentali di riferimento.

Non sempre, anzi quasi mai, si sarà consapevoli di come tali schemi influenzeranno il proprio agire negli anni a venire e nell’età adulta. Inoltre, molto spesso, la persona tenderà a mettere in pratica comportamenti che possano rafforzare il proprio modo di interpretare ciò che accade.
Obiettivo della terapia è di individuare, esaminare e disinnescare l’origine degli schemi. Per disinnescare intendo la libertà di scegliere che viene dalla consapevolezza. Invece di subire gli schemi perchè non ci si rende nemmeno conto che influenzano le nostre scelte, possiamo decidere liberamente di cambiare, fare scelte diverse. Ciò permettere di sostituire un comportamento disadattivo con uno sano.

L’analisi
transazionale

Questa teoria trova i suoi fondamenti nella psicoanalisi, nell’approccio cognitivo comportamentale e rappresenta un contributo interessante alle teorie sociali. A partire dall’infanzia, le esperienze che facciamo e le relazioni che viviamo, specialmente con i nostri genitori o con chi ha rappresentato la figura educativa di riferimento, determinano quello che Eric Berne (1960) definiva le conclusioni (script decisions) riguardo a noi stessi, gli altri e la realtà in generale. Le conclusioni sono strutture mentali, meccanismi di pensiero che governano il nostro vivere e ci permettono di interpretare le relazioni che costruiamo. Anche la personalità è il risultato delle nostre esperienze passate, ma anche di quelle presenti.

In particolare, l’io è costituito da tre stati, il bambino, l’ adulto ed il genitore, ognuno con funzioni e caratteristiche specifiche. L’ io bambino è costituito da emozioni e convinzioni nate da esperienze fatte durante l’infanzia. L’ io genitoriale è costituito, invece, da come è stata vissuta la relazione con i propri genitori o la figura che li ha rappresentati. L’ io adulto, infine, rappresenta la parte più razionale dell’individuo che agisce vagliando ogni situazione in base alle informazioni a disposizione.
Le relazioni sociali o interpersonali sono viste come una transazione (transaction appunto) in cui comunicano ed entrano in gioco uno o più aspetti della personalità di un individuo assieme agli schemi mentali (o conclusioni) con cui si interpreta ciò che accade.

La psicoterapia
eclettica

In inglese definita Skilled Helper model e molto usata nel counselling, la psicoterapia eclettica si riconduce a questi concetti fondamentali:

  1. Le tre fasi che aiutano la persona a cambiare
    a. Definizione del problema
    b. Formulazione degli obiettivi
    c. Piano di azione
  2. Il monitoraggio dei progressi
  3. Il riferimento contonuo agli obiettivi che la persona
    desidera realizzare tramite la terapia
  4. Il guardare alle problematiche della persona come ad
    una mancanza di abilita’ che possono essere
    acquisite piuttosto che una patologia.

In un primo momento, il percorso di terapia si focalizzerà nel ricostruire e analizzare la storia personale della persona al fine di individuare le azioni di successo e le occasioni mancate. Successivamente si andranno a definire i bisogni della persona assieme ai progetti di vita che desidera realizzare. Infine, il terapeuta aiuterà a formulare strategie di azione rivolte alla realizzazione di quei progetti definendo degli obiettivi reali e monitorabili.

Un approccio integrato necessita prima un ascolto attento delle problematiche del cliente. Gli eventi che lo portano in terapia, il suo modo di viverli, narrarli, rifletterci sopra sono fondamentali così come gli obietivi che si vogliono realizzare. Le teorie e gli approcci non sono schemi teorici fissi da applicare alla persona come uno stampo rigido. Essi sono dei sistemi di riferimento che vanno adattati di volta in volta, nel rispetto della persona, in base all’esperienza del terapeuta. Tale processo si nutre del dialogo, della riflessione ad alta voce in uno spazio di tempo e luogo ad esso dedicato e puo’ instaurarsi già nel primo incontro.

come si fa a scegliere,
qual’è il terapeuta giusto?

Lo psicologo
ma chi è e cosa fa

Lo psicologo è colui che studia e ricerca, in base ad una o più teorie di riferimento, per capire il comportamento umano ed i meccanismi della mente al fine di intervenire in caso di problematiche di varia complessità.

Chi sono

Da oltre trent’anni ho avuto modo di sperimentare, studiare e conoscere molteplici tecniche, terapie e discipline nell’ambito della psicologia e psicoterapia.

il primo
incontro

Il primo incontro è uno spazio di 50 minuti dedicato alla persona. Ci servira’ a capire il tipo di lavoro che possiamo fare insieme considerando la motivazione che ti ha portato a rivolgerti a me e tenendo conto delle tue aspettative e bisogni. Scopri di più

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